Da 3 giorni sono in casa con la mia piccola febbricitante e non uscendo, non ho avuto modo di vedere con i miei occhi quanto il livello del fiume Reno sia peggiorato, soprattutto nelle ultime ore.
Piove e continua a piovere. Il Reno che scorre a pochi passi da qui ha raggiunto livelli imbarazzanti, oserei dire da pelle d’oca. Le immagini che si vedono in tv parlano chiaro e chi lo ha visto di persona ha la paura negli occhi. La paura ancora una volta è tanta, proprio come 2 anni fa dopo il terremoto. Respiro e prego. Prego che anche questa volta vada tutto bene.
36 ore di allerta sono davvero tante…Nicole dorme e io mi sforzo di impegnare il tempo al meglio ma puntualmente ogni 5 minuti torno al computer per vedere se ci sono aggiornamenti e impreco ogni volta che la connessione internet si interrompe. Funziona a singhiozzo. Come sempre del resto ma oggi sono più suscettibile! 🙂
E intanto ascolto la tv accesa nell’altra stanza…alcuni tecnici parlano del fiume e della manutenzione dei suoi argini, già danneggiati anche dal terremoto.
“Non ci sono gli uomini e i soldi necessari perché venga effettuata come e quanto necessiterebbe. Perché gli argini sono opere dell’uomo e dovrebbero essere mantenute con attenzione proprio dall’uomo che le ha realizzate. Sugli argini c’è un terreno e un tipo di microclima tale per cui la vegetazione si sviluppa con velocità doppia rispetto al resto del territorio. Di norma servirebbero due sfalci all’anno sulle arginature. Gli interventi che si riescono ad assicurare sono una minima parte rispetto al fabbisogno generale per garantire almeno la visibilità delle arginature e di poter scoprire per tempo eventuali lesioni nel corpo arginale, accenni di fuoriuscita d’acqua, trasudamenti e altro che possa far scattare un minimo di attività preventiva. Le problematiche relative al mantenimento riguardano fondamentalmente le poche risorse finanziarie.”
Questa è la situazione. E alla paura si aggiunge la rabbia perché sapere che certe tragedie potevano e potrebbero essere previste ed evitate fa rabbia, tanta tanta rabbia.