In questi mesi vi ho avuto il piacere di intervistare tante donne in carriera che sono riuscite a conciliare il loro lavoro con la già impegnativa vita da mamme. Molte di loro non le ho mai incontrate personalmente, ma le ho conosciute ed apprezzate virtualmente a distanza.
La mamma in carriera di oggi invece, l’ho conosciuta di persona prima di conoscere il suo lavoro, e sono stata profondamente attratta dal suo fare sbarazzino e fuori dalle righe! Il suo progetto è una start up agli esordi ma la sua energia è già alle stelle!
Si chiama Emanuela ed è una ex studentessa fuori sede. Ha studiato economia nonostante volesse fare l’architetto e ha una passione smisurata per i lavori manuali. Dopo dieci anni di lavoro dipendente in banca e due di maternità, ha fatto una scelta, per molti azzardata, per altri molto coraggiosa, prendendosi questo 2018 come il suo anno sabbatico per dedicarsi completamente a quello che è il suo sogno nel cassetto. Ve la presento! 😉
1• Qual è la tua situazione attuale: cosa fai e quanti anni hanno i tuoi figli?
Mi chiamo Emanuela e ho 36 anni. Questo 2018 lo definirei come l’Anno sabbatico! 😀
Sono mamma di due piccole pesti: Giacomo Alvio di 5 anni e Giuseppe Leone di 2; sono moglie di Roberto e figlia di Fulvio (artigiano bresciano da sempre) e Giovanna, mamma a tempo pieno.
2• Quando e perché hai deciso di metterti in gioco intraprendendo un’attività in proprio? Prima o dopo essere diventata mamma?
Ho sempre pensato fosse il lavoro che avrei voluto fare, fin dai tempi dell’università, diversificare l’attività artigianale di famiglia, dal settore industriale al complemento d’arredo (è stato anche il progetto della mia tesi di laurea specialistica!).
La facoltà di economia era in concorrenza con quella di architettura, ma dopo 5 anni di ragioneria, ha vinto la ragione, anche se le passioni, come i grandi amori, un modo per conciliare il tutto lo trovano sempre!
3• Come ti sei organizzata tra casa e lavoro?
Dopo anni di lavoro a tempo pieno come gestione d’imprese in un istituto di credito, con un portafoglio clienti, e dopo l’ultima maternità, ho chiesto un anno di aspettativa non retribuita. A mali estremi, estremi rimedi.
4• Quando si sceglie di combinare maternità e carriera è ovvio che i sacrifici sono inevitabili. Quali compromessi hai dovuto o devi accettare?
Ho rinunciato alla carriera in banca, ed avendo a che fare con imprenditori, di diversi settori tutto il giorno, ho capito che occupavo il lato sbagliato della scrivania. Diciamo che ho lasciato il “certo” per “l’incerto”.
Le maternità, per me sono state una grandissima opportunità di tempo libero; da passare con me stessa prima, con il progetto durante, con i miei figli dopo per decidere cosa fare, e ho trovato il coraggio di provarci seriamente.
5• Qual’è la tua giornata tipo?
Sveglia alle 6.30 – 7.
Doccia.
Sveglia e preparazione dei bambini per l’asilo.
Alle 8.30 inizia la giornata lavorativa ufficiale che si svolge tra: laboratorio, programmazione, progettazione e contatto commerciale.
Pranzo libero (mio marito pranza fuori casa per lavoro), spesso cerco di organizzare qualche appuntamento per il pranzo con fornitori, clienti oppure ne approfitto per fare due parole con le amiche di sempre.
Il pomeriggio uguale al mattino: laboratorio, programmazione e contatti commerciali.
Alle 17, normalmente, salvo imprevisti e/o appuntamenti di lavoro a lungo raggio, recupero i bambini e faccio la mamma, le faccende domestiche, sport vari, compleanni e visite mediche.
Dalle 19.30 anche la moglie! 😀
In accordo con mio marito, salvo imprevisti, la sera la trascorriamo in famiglia con i bambini ed il cellulare dimenticato in camera!
Ceniamo tutti insieme poi dipende, normali momenti di delirio di una famiglia media!
Vado a dormire verso le 23-24.
Faccende domestiche mal organizzate, nei ritagli di tempo, dalla mattina a notte fonda.
6• Come ottimizzi il tempo libero tra vita privata e figli?
Ho la fortuna che il lavoro è il mio tempo libero. Quando fai un lavoro che ti mette di buon umore solo a pensarci a prescindere dei sacrifici e dagli impegni, a volte anche dei risultati, affronti la giornata diversamente.
Il momento che amo di più sono le fiere 3-4 volte all’anno, quando stacco la spina dalla quotidianità e rimembro gli anni da fuori sede lontano da casa, come me e me stessa. Sono il genere di persona che piuttosto che occupare il tempo libero con finti amici solo per uscire di casa, lo passo volentieri da sola con me stessa.
I week end li trascorro in famiglia, a volte organizziamo anche degli spostamenti di lavoro, che si tratti del mio o di quello di mio marito, l’importante è stare insieme e cercare di conciliare il tutto!
7• Le tue creazioni non sono limitate al mondo dei bambini, ma spaziano in un contesto molto più ampio, quello delle emozioni e dei ricordi. Quanto credi che le persone siano disposte a spendere per un ricordo personalizzato e creato su misura? Quanto è importante per te la ricerca dei materiali e del miglior rapporto qualità prezzo?
Da buona aziendalista e figlia di un artigiano, giro spesso per fiere di settore, seguo le riviste specializzate e uso la rete.
Quando vedo qualcosa che mi interessa o che mi colpisce, mi fermo e con molta umiltà chiedo: “Scusi, ho notato questa cosa… Mi può aiutare a capire blablabla”
Credo di avere un po’ di sesto senso, un po’ l’occhio curioso oltre ad una visione olistica di tutto.
La ricerca del materiale per me è molto importante, cerco fornitori a portata di telefonata, quelli dove puoi passare con le brioche la mattina per fare due parole ed esporre il tuo progetto, che magari non sono i più economici, ma che però, se hai un’idea e gliela spieghi, magari ti aiutano!
I nostri prodotti hanno prezzi accessibili e un packaging personalizzato o meno in base alla fascia di prezzo. Il prezzo dipende dall’utilizzo e da dove viene venduto. Se il cliente percepisce l’artigianalità, la personalizzazione e la ricerca dei materiali, è disposto ad investire qualche euro in più per un prodotto durevole.
Lo studio del packaging personalizzato è una scelta anche per dare un valore aggiunto in termini estetici, in particolare se il nostro articolo è acquistato per un regalo!
Bisogna fare una scelta di posizionamento di mercato. I nostri sono prodotti di fascia medio-alta, che non significa che costino tanto, ma il cliente deve essere disposto ad aspettare perché lo realizziamo appositamente per lui, come un abito sartoriale .
Credo che organizzare la produzione aiuti a contenere i costi e mantenere dei prezzi giusti.
Un nome con la scatola personalizzata, per esempio, ha un prezzo al pubblico di 49 euro più spese di spedizione.
Una parete completa per una cameretta, potrebbe costare 500 euro, mentre un cake topper 15 euro!
I prezzi sono molto variabili, come anche l’offerta che proponiamo.
8• Hai scelto di vendere direttamente online o ti affidi a dei punti vendita sul territorio nazionale?
La scelta è ancora in workinprogress! Ci stiamo strutturando per avere degli espositori in punti vendita selezionati e molto presto apriremo anche un e-commerce per la vendita diretta! Stay tuned!!!!
9• Quali progetti hai per il futuro? Come ti vedi tra 10 anni?
Spero di avere una società tutta mia (in realtà è già in programma per fine anno), magari trasversale con qualche collaboratore indipendente. Io sono una “multitasking” ma sono consapevole che non si può fare tutto e, ad un certo punto, bisogna delegare e dare fiducia a dei collaboratori!
Quello dei bambini è un brand commerciale, ma quello che mi piacerebbe sarebbe introdurre altri brand commercialmente differenti per posizionare prodotti diversi. Una cicogna non può essere venduta con lo stesso nome di un quadro pop, anche se il tutto è realizzato nello stesso laboratorio! Questo è ciò che mi dice il buonsenso e il retaggio di 5 anni di economia all’università! 😀
Non sono un’hobbista, sono una mamma che vuole fare della propria passione un lavoro, organizzato e strutturato.
10• Quale consiglio daresti a tutte quelle mamme che vogliono provare a mettersi in gioco?
Se hanno una passione vera, per me, vale la pena di provarci!!! Non perché va di moda, non perché lo fa l’amica, ma perché ogni giorno quando si alzano, a prescindere dei bisogna della vita, il poco tempo libero lo dedicano al loro progetto del cuore e magari negli anni hanno investito il proprio regalo di compleanno in qualche attrezzatura oppure nel materiale per fare dei campioni. Magari stanno sveglie di notte, quando tutti sono andati a letto e anche se la giornata è stata lunga e massacrante, trovano le energie per stare da sole con il loro progetto, fosse anche per 30 minuti, perché questo le rende felici per davvero .
Una volta un’altra mamma mi ha detto: “Scusa ma chi te lo fa fare, hai due figli, lavora part-time in banca e basta!”
Io le ho risposto: “Bisogna già fare tante cose per forza nella vita, passiamo più tempo al lavoro che a casa, io scelgo quello che mi rende felice, che non significa che sia giusto o sbagliato per il resto de mondo ma che è meglio per me, e mi ritengo una persona davvero fortunata”.