Imitare i grandi è una delle cose che più amano i bambini. Vestirsi come la mamma, cantare e ballare come la pop star del momento, atteggiarsi come il papà… Sono tutte azioni normali per un bambino…ma come dobbiamo comportarci noi genitori? Come spiegare loro quali solo le buone imitazioni?
Ce ne parla oggi la nostra psicologa Ilaria Bonora.
Elsa è la mamma di Batman e mi racconta che il figlio dice molte parolacce, dice che lei il padre si stanno abituando a non dirle ma la nonna non sta molto attenta nel linguaggio che usa.
Catwoman è una bambina di 9 anni, le piace molto guardare i video musicali di tipo pop, il padre, Robin, uomo di 42 anni, suona la batteria in un gruppo e mi dice: “come posso fare, mia figlia si vuole sempre vestire come la sua cantante preferita, si vuole mettere lo smalto e truccare, non è troppo piccola per queste cose?”
Ciò che sta alla base di tutte queste domande è l’imitazione. Essa è un comportamento che per i bambini si può definire normale, e guai se non fosse così ed è proprio imitando i grandi che i piccoli imparano a crescere, assimilando tutto ciò che vedono fare soprattutto dalle figure di cui si fidano di più: mamma e papà. I primi tre anni di vita del bambino sono importanti per il suo sviluppo psico-fisico ed occorre fare attenzione nei comportamenti, per non influire in modo negativo sul bambino. Imitare, per i bambini, è una forma di apprendimento, li aiuta a modellare il loro modo di fare ed essere. Durante le varie fasi della crescita i bambini, soprattutto quando sono ancora piccoli, sono estremamente curiosi e creativi e tendono ad imitare le cose che vedono fare dai grandi, senza saperne esattamente il significato siano essi gesti o parole.
Il tipo e i soggetti imitati variano a secondo dell’età del bambino:
• I primi mesi il neonato copia le espressioni del volto, in particolare modo, imita la mamma perché è a stretto contatto con lei. Il neonato imparerà a sorridere perché la mamma gli sorriderà, ed imparerà poi i suoni e le diverse espressioni per comunicare
• A partire dai 9 mesi invece il bambino passa dalle percezioni ai volti delle persone. Ora comincia a capire quale atteggiamento fare a seconda della situazione in cui si trova
• All’anno di età il bambino imita gli atteggiamenti dei genitori ma anche degli altri adulti che lo circondano. In questa fase il bambino assorbe di tutto senza difficoltà, non c’è bisogno di fargli vedere chissà cosa, perché impara tutto in modo naturale
• Dai 3 ai 4 anni il bambino si trova nella fase delle domande, ne farà tante soprattutto per quelle che riguardano la sua identità. Sono molto utili a quest’età i laboratori teatrali che vengono proposti dall’asilo
• Poi in età prescolare il bambino si troverà nella fase dell’apprendimento volontario. E così, a scuola il bambino vorrà copiare dalla lavagna, vorrà praticare la stessa disciplina sportiva del suo amichetto del cuore, o vorrà imitare le figure che vedrà in televisione. È giusto quindi seguire la sua volontà per stimolarlo il più possibile.
Come comportarsi come genitori?
Come prima cosa è necessario riflettere su cosa facciamo e come lo facciamo quando siamo in compagnia dei bambini. Che tono usiamo? Che gesti? Come accompagniamo con la parola le nostre mani, i nostri occhi? Quante volte urlando non ci accorgiamo che ci sono loro a guardare? Cosa guardiamo in tv? Quanto stiamo al cellulare? I gesti di nervosismo alla guida, in fila, al mercato, li ritroviamo poi nei loro giochi con gli amichetti?
I grandi perdono molto tempo a spiegare ai piccoli cosa è giusto fare e cosa non lo sia, perché ingenuamente pensiamo che i bimbi imitano i comportamenti “popolari” di altri bambini o di altri adulti e siamo pronti a rimproverarli se fanno qualcosa di sbagliato ma poi capita si perda l’occasione di fare attenzione ai nostri comportamenti inadeguati e a come, a forza di essere mostrati al bambino, diventino per loro normale abitudine.
Le azioni che compiamo sono un banco di prova per il bambino. I gesti, il modo di muoversi, camminare, agitarsi o stare calmi, alzare la voce o modularla colpiscono il bambino, scavano la sua attenzione e restano impressi giorno dopo giorno. Succede la stessa cosa per come ci vestiamo, come ci comportiamo, e cosa guardiamo in tv. Il bambino inizia a imitarli, a provarsi nell’essere come l’adulto che ha accanto, per essere “come” i grandi. Inizialmente inconsapevole, l’imitazione diventa stile con il tempo. Potremmo scoprire che non piace neanche a noi il modo in cui entriamo in contatto con il mondo e che forse, possiamo migliorare noi e allo stesso tempo aiutare i bambini ad avere qualcosa di più sano da apprendere…
Quando i piccoli si atteggiano come gli adulti; cercano di sfilare come modelle o modelli professionisti, recitare, cucinare, cantare e ballare come i grandi, senza a volte avere piena cognizione di quello che stanno facendo; è utile che i genitori gli spieghino in quali contesti certi comportamenti sono concessi e in quali no, perché certe cose lui non le può fare o meno. In questo modo si cerca di tutelare il bambino da “un’adultizzazione” precoce. I bambini devono fare i bambini! I piccoli imitano gli adulti e meno male che lo fanno, significa che stanno assorbendo informazioni, che stanno apprendendo dal mondo che li circonda. Spesso li sentiamo pronunciare la frase “da grande vorrei essere come mamma” o “da grande vorrei fare quello che fa papà”. È normale quindi che giochino a cucinare, che ripetano le azioni dell’adulto, che si trucchino per assomigliare a loro, che gli rubino i vestiti, che si illudano di essere come l’adulto e quindi grandi. La frase “quando sarò grande”, “non vedo l’ora di diventare grande” serve per acquisire il senso di libertà e l’illusione di poter fare da soli.
I bambini devono giocare perché il gioco li aiuta nella crescita a sviluppare la capacità creativa, l’inventiva, la simulazione e quindi differenziare ciò che è reale e ciò che non lo è. Quindi imitare i grandi o un cantante preferito è utile se lo si interpreta e trasmette come un gioco. É logico che lo stesso non deve essere fatti nei limiti di sicurezza e della moralità. 😉