Un team quasi tutto al femminile quello di Cora Happywear, il brand di cui vi avevo parlato qualche tempo fa e di cui potete rileggere l’articolo qui. Apparentemente un semplice brand di abbigliamento per bambini, è in realtà un vero mondo meraviglioso, etico, solidale e consapevole. Il rispetto è alla base di questo progetto che vede l’utilizzo di materie prime naturali e di qualità, secondo processi di produzione etici e rispettosi per l’ambiente. Ma non finisce qui, perché il fatto di essere mamme di bambini in una parte fortunata del mondo, ha portato anche ad un’idea solidale, ovvero aiutare e sostenere i bambini che crescono in situazioni di disagio ad andare a scuola per acquisire, imparare, crescere e migliorare lo status quo nei loro paesi. Una parte del ricavato delle vendite dei capi Cora Happywear infatti, è destinato alle adozioni di bambini meno fortunati, attraverso l’associazione Plan Italia. La fondatrice di tutto questo si chiama Elisabeth Tocca, mamma e donna in carriera. Con tutta la mia ammirazione, ecco tutto ciò che ancora non sapete di lei…
1• Qual è la tua situazione attuale: cosa fai e quanti anni hanno i tuoi figli?
Sono la fondatrice di CORA happywear. Ho due figli di 13 e 10 anni con i quali vivo da sola a Bolzano.
2• Raccontaci un po’ del tuo marchio e di come sei arrivata a creare la tua etichetta. Ti sei messa in gioco prima o dopo essere diventata mamma?
Il pensiero di una mia azienda si era fatta spazio negli anni dopo essere diventata mamma. Sognavo di dedicarmi ad un mio progetto imprenditoriale che andasse incontro alle esigenze delle famiglie, desse un contributo ad una parte della società meno fortunata della nostra e fosse allo stesso tempo un modo diverso per approcciare il futuro pensando anche a chi vivrà sul nostro pianeta dopo di noi… e così nel 2014 mi sono lanciata nell’avventura CORA.
3• Come ti sei organizzata tra casa e lavoro? Qual’è la tua giornata tipo?
L’aiuto di tutta la famiglia, nonni, zii, amici, genitori di altri compagni di classe sono essenziali per pianificare bene un anno scolastico. Le mie giornate iniziano alle 5 del mattina dove faccio lavori di pianificazione o rispondo alla interviste come questa… Due volte a settimana vado a correre alle 6 del mattino, poi alle 7 meno 10 sveglia dei bimbi, colazione e alle 7:30 si esce tutti di casa, dove torniamo la sera. Spesso mi addormento con un libro in mano o davanti a un film verso le 22:30
4• Come ottimizzi il tempo libero tra vita privata e figli?
Durante la settimana il mio focus dopo il lavoro sono i bambini.
Le mie passioni, la montagna, le organizzo alternandomi i week end con il papà dei bambini, forse unico grande “privilegio” dell’essere separati. Il mio sport, correre, lo faccio all’alba quando i bambini ancora dormono 🙂
5• Quando si sceglie di combinare maternità e carriera è ovvio che i sacrifici sono inevitabili. Quali compromessi hai dovuto o devi accettare?
Il compromesso più grande per me è che spesso hai l’impressione di correre dietro a mille cose e nella foga la paura è di non vedere alcune cose o piccoli dettagli fondamentali della vita dei tuoi figli. Altrimenti penso che farei tutto esattamente come lo ho fatto proprio per il modello ed esempio che ho dato a mia figlia e a mio figlio. Il modello è quello di seguire le proprie passioni anche se il prezzo da pagare è alto.
6• Hai creato un team completamente al femminile…un caso o una scelta?
In realtà una scelta fino ad ora. Ora però stiamo già collaborando con diversi uomini free lance ed interni. Quindi gli uomini sono più che benvenuti da noi.
7• Come scegli i materiali delle tue collezioni? Che cosa è importante per te quando fai questa scelta?
Fondamentale, oltre al metodo di produzione rispettoso per ambiente e uomo della materia prima, è l’effetto sulla pelle; quindi il primo criterio sono la morbidezza dei tessuti.
8• Qual`è il capo che più ti piace della nuova collezione?
Il vestito Louise da donna blu, la salopette rossa da baby, ed il Louise ocra da bambina
9• Quali progetti hai per il futuro? Come ti vedi tra 10 anni?
Fra dieci anni mi vedo fare qualcosa nell’ambito dell’educazione e nelle scuole. Vediamo.
10• Quale consiglio daresti a tutte quelle mamme che vogliono provare a mettersi in gioco?
Innanzitutto essere chiare su cosa si vuole ottenere o cosa si vuole in generale nella vita; questo è per assurdo spesso la parte più difficile. Poi fare un piano di azione, definire di cosa abbiamo bisogno e di chi e lanciarsi. Noi mamme siamo di esempio per i nostri figli quindi se vogliamo che loro seguano le loro passioni dobbiamo essere le prime a farlo.
Ha proprio ragione, noi siamo l’esempio per i nostri figli e c’è una frase che mi rimbalza in testa da qualche giorno che mi ha detto un’amica… La condivido con voi e vi lascio con questa riflessione:
“If it’s still in your mind, it’s worth taking the risk”
“Se ce l’hai ancora in mente, vale la pena correre il rischio”