Nella mia testa mi ero immaginata tutto. Si rompono le acque (si questa volta sentivo che si sarebbero rotte prima); ho giusto il tempo per chiamare la nonna che arriva subito e a cui lascio Nicole, poi di corsa in ospedale con papà.
Un tracciato di routine, il ricovero, l’inizio del travaglio e dopo poche ore lei…e subito dopo loro…noi. Noi 4 insieme.
Nicole che entra dalla porta con gli occhi pieni di gioia e meraviglia, impaziente di conoscere la tanto attesa sorellina, con la quale ha parlato tanto in questi 9 lunghi mesi. E poi il regalo per la sorella maggiore…quello che mi ha chiesto ogni giorno negli ultimi mesi! 🙂
In realtà è andato tutto molto diversamente. Eppure lo sapevo che con i bambini c’è sempre poco da programmare! Come potevo immaginare di poter organizzare anche un parto non programmato!? Qualche volta il mio animo romantico e sognatore ha il sopravvento…
Resta il fatto che nulla è andato come previsto e quello che doveva essere un travaglio da manuale si è rivelato un travaglio di 21 ore degno di un film di Hitchcock.
Ho sentito Zoe muoversi per tutto il tempo, anche lei era alla ricerca dell’assetto perfetto ma tutto quel muoversi probabilmente le ha portato il cordone attorno al collo e quando finalmente è venuta alla luce, non l’ho sentita piangere.
Ho creduto di morire poi me l’hanno appoggiata sul petto ed ha aperto gli occhi emettendo un piccolo gemito. L’hanno portata via subito per aiutarla a respirare con l’ossigeno mentre io, per la seconda volta, ero circondata di medici nel tentativo di fermare una forte emorragia. Le ore passavano ed il papà continuava a fare la spola tra me e lei. “Stai tranquilla, sta bene, è in buone mani” mi diceva, ma la paura era che me lo dicesse solo per tranquillizzarmi.
Poi finalmente entrambe siamo state stabilizzate e ho potuto raggiungerla in terapia intensiva. Con gli occhi gonfi di lacrime stentavo a metterla a fuoco.
Siamo rimaste in ospedale qualche giorno in più rispetto al normale decorso ma ogni giorno si sono fatti passi da gigante poi finalmente le parole dei dottori “oggi si va a casa”.
Ed ecco che finalmente quel giorno tanto atteso, sognato ed immaginato è arrivato e Nicole e Zoe si sono incontrate.
La chiamano alchimia, sinergia o semplicemente amore fraterno ma questa volta è stato proprio come lo avevo sognato.
Durante questi giorni in ospedale ho conosciuto persone speciali, dottori speciali e mamme e papà speciali che ancora aspettano di portare a casa con loro i loro bambini ma che mai hanno perso il sorriso.
Difficilmente amo parlare di me ed utilizzare il blog come un diario personale, ma questa volta ho voluto farlo per dire ad ognuna di voi di non scoraggiarsi mai; certo il parto non è una passeggiata ma la gioia che regala è unica e aveva ragione chi mi diceva che il cuore di una mamma può. Può amare infinitamente e può andare oltre ogni cosa, anche la paura.
Voglio ringraziare con tutto il cuore tutte le persone e gli amici che ci sono stati vicino ed medici che si sono presi cura di noi oltre a scusarmi con le ostetriche che hanno vissuto con me il travaglio trovandosi una leonessa in sala parto! 😀 😛