Rieccoci al nostro appuntamento mensile con la psicologa Ilaria Bonora. Oggi ci parla di Babbo Natale… 🙂
Come ogni anno, questi sono i giorni dedicati ai grandi preparativi in vista del giorno di Natale. Per questo ho scelto in questo articolo di non dedicarmi alla risposta di alcune domande a me rivolte ma di raccontarvi da un punto di vista dello sviluppo cognitivo, affettivo e relazionale come vivono i bambini l’atmosfera natalizia e l’avvicinarsi dei regali. Nonostante sia il periodo in cui internet, la televisione e la tecnologia offrono diverse opportunità, essi dimostrano di mantenere la loro tradizionale e sana voglia di comunicare, di manifestare i loro desideri e speranze più profonde. I bambini mettono in luce la loro voglia di credere nella magia del Natale. Fanno ciò in una forma spontanea ed autentica: prendono carta e penna, scrivono le loro aspettative confessando le loro speranze, paure e consapevolezze, in una lettera che incomincia sempre con “Caro Babbo Natale”. Scriverla aiuta il bambino nella crescita e nella comunicazione e nasconde in sé valori psicologici molto importanti, che è importante conoscere per comprendere al meglio la personalità e la crescita dei propri bambini.
Credere alla favola del Natale e al personaggio misterioso di Babbo Natale, che rappresenta valori positivi ed educativi come generosità, bontà, altruismo, fornisce stimoli alla fantasia, all’immaginazione e alla creatività del bambino. La presunta esistenza di guesto nonnino grassottello con la barba bianca e vestito di rosso è un buono stimolo dal punto di vista dello sviluppo emotivo, aiuta infatti i bambini a toccare con mano tutte le emozioni positive che esso incarna. Essi vivono a contatto con un mondo per metà reale e per metà immaginario, popolato di fate, draghi, fantasmi, animali parlanti, robot… Questo è per loro un bisogno di fantasticare meraviglie che rappresenta una sorta di protezione contro la dura realtà del mondo esterno. Non esiste alcuna ragione per voler a tutti i costi forzarli a mantenere “i piedi per terra” quando sono piccoli e a non crederci! Sono tanti i genitori che mentono amorevolmente ai loro figli quando leggono loro una favola o quando fanno vedere loro con i cartoni animati, dove ci sono tanti personaggi fantastici. Credere a Babbo Natale è entrare nello stesso modo nel mondo della sana fantasia. L’esistenza di Babbo Natale è per loro un aiuto a sviluppare le capacità cognitive. Fino a circa 5 anni i bambini, infatti, attraversano una fase di sviluppo caratterizzato da un modo di spiegare la realtà basato sull’utilizzo del “pensiero magico”. Quindi, in pratica, per un bambino il fatto che sia Babbo Natale a portare i regali è “logico”, cioè coerente con la sua visione del mondo e accessibile alle sue capacità cognitive. Ad esempio, il bambino può capire bene che Babbo Natale non può portare dieci regali tutti a lui perché non entrano sulla slitta, e non trova questa spiegazione contraddittoria col fatto che una sola slitta possa però contenere i regali per tutti i bambini del mondo.
I bambini amano le storie di fantasia a prescindere dal fatto che le ritengano vere! Essi cominciano ad imparare la differenza tra fantasia e realtà molto presto, come dimostrano con la capacità di fare “come se” richiesta dal gioco. Al tempo stesso, i bambini mantengono una grande capacità di attraversare questa linea di confine tra realtà e fantasia, di muoversi in un “regno di mezzo”, quell’isola che non c’è della quale spesso noi adulti invece abbiamo smarrito la strada.
É proprio perchè Babbo Natale ci offre la possibilità di incontrare i bambini in quel regno di mezzo che non bisogna avere fretta di preparare i figli alla realtà; è possibile prolungare la magia finché il bambino “sta al gioco”. Esistono tre possibili situazioni in cui ci si potrebbe trovare:
• Il bambino è grandicello e inizia a fare domande: quando inizia a rivolgerci domande a riguardo, significa che ha già dei dubbi sull’esistenza di Babbo Natale e ha ormai capito tutto! Se ha circa 5-6 anni, l’ètà in cui solitamente il bambino inizia a non credere più a Babbo Natale, forse ci rimarrà un po’ male del fatto che gli confermiate i suoi timori. É meglio questa piccola delusione piuttosto che sentirsi stupido e in difficoltà perché nessuno dei suoi compagni di classe ci crede.
• Il bambino è più piccolo e un adulto gli ha detto che Babbo Natale non esiste: se lo vedete triste, rassicuratelo, dicendogli che alcune persone non ci credono, ma che voi ci credete e che rispettate questa tradizione. Una spiegazione simile potrebbe soddisfare il bambino.
• Il bambino continua a crederci anche dopo i 6 anni e rischia di essere preso in giro da un compagno di classe. Il rischio è che se la prenda con noi. E anche se ha ancora voglia di credere a Babbo Natale, in fondo sa che neppure noi ci crediamo più. In tal caso sarà utile iniziare a parlarne al condizionale e a spiegargli che non è possibile che le persone volino in cielo a bordo di una slitta, si calino da un camino e così via.
In ogni caso, quando gli diremo la verità sull’esistenza di Babbo Natale, dobbiamo inserire questa rivelazione in un contesto di storia familiare. Ad esempio, dicendogli che anche noi da bambini ci abbiamo creduto per tanto tempo, che troviamo tutto questo una magia, un qualcosa di meraviglioso e che abbiamo desiderato ripetere questa atmosfera anche con lui. Dobbiamo anche fargli capire che non deve dire nulla ai fratelli e alle sorelle più piccoli, ma che deve stare al gioco, proprio come abbiamo fatto noi con lui e come lui stesso farà a sua volta con i suoi figli. Gli piacerà conoscere la verità su Babbo Natale ed essere il depositario di un grande segreto.
Non tutti riflettono sul fatto che la magia di Babbo Natale coinvolge, spesso inconsapevolmente, anche gli adulti, perché sognare è un diritto di tutti. È, infatti, un’esperienza comune che ad ogni età è sempre piacevole concedersi qualche ora di svago per immergerci in un film romantico, per leggere un libro di avventura, solo per il gusto di staccarsi dalla frenesia quotidiana e vivere, almeno con l’immaginazione, in un universo parallelo di spensieratezza riprendendo la strada per “l’isola che non c’è”. Babbo Natale ci concede il piacere di fantasticare, anche se per poco, in un mondo in cui avere i piedi per terra è fondamentale! La verità è che i sogni sono un’esperienza meravigliosa ma devono durare quel poco che bastano, dopo si torna ad affrontare la quotidianità!